Emo Marconi. Aforismi.
Dal programma di sala per “Poema fisico e lustrale (Empedocle)” di Emo Marconi, 1985.
- Empedocle è un saggio antico. Egli è venuto dal lontano Oriente in Grecia.
E qui rimase. Sino alla morte etnèa.
Vide il bacchico thiàso e si turbò.
E vide il fuoco e la terra e l’acqua e l’aria.
Le mescolò, delle parole usando il suono, delle parole quali:
la Concordia e la Discordia, insieme.
La realtà, fatta di cose dense, in cangiamento eterno.
La metamorfosi è il regno della vita e della scienza.
S’illuminò così la forma opaca, dal di dentro e consumò la vita.
Ed ei salì a ritrovar le fiamme, senza forma, del cratere. - Un teatro che non renda visibile l’invisibile cosmico non può istituirsi come rito.
- Senza la vita, la scena è soltanto una citazione inutile.
- La cultura misura la tradizione col metro della verità.
- Il genio sta in colui che spinge l’immaginazione sino al rischio della morte.
- La felicità, nell’uomo, si trova solo nell’istante della creazione.
- Le forme sono il campo entro il quale viene deposta l’energia del simbolo.
- Chi capisce, sa che l’estetica è solo un atto si pietà (“qualcosa” di inutile).
- Dire: questo è bello, è facile.
Ripeterlo, è più difficile.
Accettarlo, è un destino. - L’Empedocle non vuol aggiungere consenso all’ammirazione. Vuol togliere agli spettatori ciò che ne ostacola la libertà.
- Credere a se stessi, e solo a se stessi, è il segno dell’evoluzione.
- L’”Opera” va conservata nella speranza che essa dia vita ad una mutazione culturale permanente.
- Non abbiamo paura dei giudizi, abbiamo paura di noi stessi soprattutto quando giochiamo a dadi con Dioniso.
- Nessuno può evolvere un altro, poiché nessuno può nutrirsi per un altro.
- Se dentro di noi ci sono dei mondi, è alla loro anima che ci rivolgiamo. Come possono tradirci se è dal nostro sacrificio che traggono alimento?
- Il teatro è rito. Quindi si occupa sempre e soltanto della parte ignota dell’io. Ciò che non ha spessore non appartiene al teatro, ma al cinema. Nell’Empedocle si usano gli stilemi scenici come strumenti di meditazione.
- Per questo al S. Carlino si viene in pellegrinaggio.
- Tutti appartengono ad un gruppo. Pochi lo riconoscono. Quelli del CUT, sì.
- L’Empedocleè il mantram tridimensionale della solitudine: della solitudine del gruppo.
- La ricerca umana, da sempre, non si è occupata che della metamorfosi. Ma solo chi fa teatro la capisce.
- Si riesce a comunicare solo dopo che si è diventati personaggi. Magari di se stessi.
- Non piangete, non ridete, o spettatori. Cercate il vostro punto interiore di equilibrio. Per questo siamo qui a recitare.
- Il teatro, in ultima analisi, serve al silenzio.
- L’armonia si sviluppa in cicli, in modo spesso sotterraneo ed occulto. Il teatro la rende palese.
- Perchè il S. Carlino non potrebbe essere il vero orecchio di Dioniso?
- La vanità ci fa ridere; il compromesso ci disgusta, la collaborazione ci esalta: su un piano di verità, però.
- Non concedeteci nulla. Così, esistiamo. E respirando aria antica, diverremo nuovi.
- Correre per la città a cercare “alleati” è umano’ Aspettarli sulla porta del S. Carlino è abumano. Ma è il teatro che è abumano.
- Raccogliere cocci non vuoi dire raccogliere conchiglie.
- Un teatro nuovo nasce quando la cultura che lo circonda muore. Non è forse così, oggi?
- Il coraggio nasce dallo spavento. L’arte dalla noia.
- Le energie messe in moto dall’Empedocle sono strumenti della Kundalini per farla vibrare che abbiamo tirato tanti fili.
- L’equilibrio è indifferente se Dioniso, allo specchio, si figura Apollo senza stupirsi.
- Fuoco, terra, aria, acqua segnano il destino di tutti, anche oggi. Chi di voi non legge l’ oroscopo, ogni giorno?
- Codardia e discordia: due sorelle siamesi
- Nell’aeropago della città di Atene, Empedocle in disparte, non ascoltò il Socrate ciarliero.
- Il decadente Hólderlin scrisse un poema sulla morte del vecchio greco saggio. Noi sulla scena lo esaltiamo come un sapiente, orientale guru.
- I linguaggi trasformano il mondo; la libertà lo crea.
- La morte dell’attore non distrugge la vita della scena. Ne elimina il principio. Così il teatro resta eterno.
- La fiducia nell’opera è un istinto che muore mentre l’ opera nasce.
- Chi va a teatro, guarda. Chi lo fa, vede.
- Quando siamo nati, ci avete nutriti. Grazie. Adesso cresciamo: dateci respiro.
- È più facile battere le mani per entusiasmo che muoverle nella luce della scena. Ma chi lassù le muove, ricordatelo, le ha già battute.
- L’Empedocle è uno spettacolo ordinato che vuol creare disordine.
- Dietro l’angolo ci aspetta sempre un brindisi con la morte. Perchè ogni parola parlata può essere l’ultima possibile.
- Quando lo spazio attraversa la coscienza umana diventa il tempo.
- Se vivi un ritmo, vivi una creazione.
- Ogni atto creativo nasce da un punto oscuro che appartiene ad Altri.
- Se vieni all’Empedocle, recuperane il silenzio piuttosto che le voci e i suoni, il buio piuttosto che la luce immaginífica.
- Noi facciamo teatro perchè non ci bastano il pensare e il meditare.
- Quello che rappresentiamo nell ‘Empedocleè la vetta di una montagna che abbiamo conquistato in cordata, senza chiodi di sicurezza. Vogliamo solo accendere il fuoco nel vento della verità.
- Non siamo presuntuosi, siamo certi. Di questa certezza, però, non vogliamo convincere nessuno.
- L’unico linguaggio che accettiamo è quello della NON persuasione.
- La verità è il fulcro di una bilancia con cui pesare insieme la realtà e la finzione.
- Il comico è più divertente dei tragico. Solo il tragico tuttavia apre le porte alla vita.
- L’ Empedocle non è solo una rappresentazione teatrale; ma uno studio rigoroso delle leggi della metamorfosi.
- In ciascuno di noi l’identità innesca la trasformazione, usando della fantasia.
- L’uomo simula per essere vero. Ma è vero solo quando non simula.
- Lo sforzo dei teatranti se trova consenso non è fatica, ma riposo.
- Quando la porta della morte si socchiude, l’uomo non può non guardare oltre la soglia. Allora vede la speranza.
- Solo chi conosce ed ama, può veramente volere. Poichè la volontà senza un “oggetto” è vuota.
- L’economia attrae, la sintesi svela.
- Un pensiero manipolato da mani sapienti e sagaci: questo vuoi dire fare teatro.
- L’Empedocleè un filo attorcigliato, con intelligenza di gruppo, intorno ad un Fuso.
- Ogni tempo ed ogni luogo del S. Carlino è Empedocle. Ma anche la tua diuturna e sincera ricerca è Empedocle.
- La passione può rivelare la santità; il teatro scoprire l’ ONTOS.
- Fare dei barocco oggi, vuoi dire denudare la retorica.
- Ognuno brucia, nelle fiamme dell’opera, il suo tempo, il suo ingegno, il suo interesse. Solo il grande artista vi brucia anche i suoi ideali.
- Al CUT ci si vuoi bene; ma prima si lavora: giorno e notte, senza limite.
- La saggezza non percorre soltanto le vie della scienza, ma anche quelle della giustizia e della verità.