Schede degli spettacoli teatrali
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Alessandro a Siwa
di Antonio Fuso
Quest’operina che oggi vede la luce, è stata concepita nel 1981 all’indomani della “prima” di Voyage, memorabile e pregiatissima rappresentazione sulla Commedia dell’Arte (del mare da Venezia al Calicutto). Dopo l’acqua volevamo collocare nello spazio il vento e il deserto. Da allora molte cose sono cambiate, ma la struttura dell’operina è rimasta immutata: un solidissimo gesto di fiducia e di amore nei confronti del Teatro e del suo destino diviso in tre quadri-visione: Uscite di scena, La quarta parte vuota, Scena di vento.
Uscite di scena, riflette sul “personaggio” del teatro occidentale che, esaurito il suo compito, esce di scena. È un “topos” alto della cultura e gli autori di drammaturgia vi si impegnano moltissimo. Essi affidano al personaggio “in exitu” una qualche verità memorabile da consegnare alle coscienze degli spettatori. Intendiamoci, non si tratta dell’Assoluta Verità così cara ai filosofi, ma molto più semplicemente di quella verità relativa, usurata dal tempo, strattonata dalla storia ma non per questo meno nuda della sapienziale e nobile parente.
E così, in uno spazio nudo, vigilato da un “vecchio volto di pietra”, L’uomo dal fiore in bocca- Pirandello, Violetta Valery- Verdi, Arlecchino-Goldoni, Macbeth e Lady-Shakespeare, Prospero-Eduardo, Etty Hillesum-Olocausto, Rivoluzione d’Ottobre-Majakovskij, escono di scena consegnandoci i loro preziosi pensieri, le loro estreme verità sulla vita, la morte, la nostalgia, il potere, la colpa, l’innocenza, il dolore e il destino della poesia in tempi di risse e tradimenti…
Una curiosità per i più piccini: questa prima parte è anche un’antologia della maniera di fare teatro di Scena Sintetica: piccoli fuochi…
Abbiamo amato il teatro del passato con viva devozione, ma occorre guardare avanti; ce lo impone l’accelerazione del tempo, le leggi fisiche del moto e il nostro stesso logo: una spirale! Evolvere per non perire.
La quarta parte vuota, è la definizione che gli arabi danno del deserto. E infatti sulla scena cosparsa di rovine dove già gli arredi prendono fuoco mentre un cantante di giacchetta canta “…basta che ce sta o sole…”, i servi di scena si concedono una partita a carte e si raccontano i loro deserti: viaggi, confini, permanenze, visioni, negazioni… Un delizioso raccontino di Elio Vittorini che evoca il vento e introduce una grande storia di iniziazione.
Scena di vento, racconta il viaggio nel deserto compiuto da Alessandro Magno, nel 331 a.C. verso l’Oasi di Siwa per consultarvi l’Oracolo del Dio Ammone circa la propria origine divina. Nella notte, in attesa della risposta, viene visitato dalla madre Olimpias, esule in Epiro, dal padre Filippo, morto da 5 anni, e dal maestro Aristotele. In un ritiro medicale di svelamento, questi tre personaggi, consegneranno nelle mani del giovane re le energie necessarie per attendere fiducioso l’alba e iniziare il suo viaggio glorioso.
Prima rappresentazione:
2010
Il corpo e il coro sono:
Maura Benvenuti, Elena Chiarini, Paola Facchetti, Domenica Lorini, Lorenzo Biggi, Paolo De Lucia, Paolo Djago, Rudi Fanelli, Richi Venosta.
I movimenti del coro li ha inventati Paolo Djago
La musica l’ha composta per noi Giorgio Guerra
La scena e i costumi sono un dono di Giovanni Marconi
I costumi, però, ce li ha cuciti addosso Fausta Braga
La luce e il suono sono la prima volta di Davide Arnaldi
La regia è la penultima volta di Antonio Fuso